6.3.07

I taleban: "Mastrogiacomo l'abbiamo rapito noi"

Da domenica sera nessuna notizia dell'inviato di Repubblica nella zona di Kandahar

Roma, 6 mar. – E’ avvolta nel mistero la scomparsa del giornalista Daniele Mastrogiacomo, inviato di Repubblica in Afghanistan, che ha interrotto i contatti con il suo quotidiano domenica 4 marzo. Mastrogiacomo si era recato nella zona di Kandahar, dove aveva dei contatti ed intendeva realizzare alcuni servizi. Ma, per tutta la giornata di ieri, la redazione di Repubblica avrebbe provato a contattarlo senza riuscirci.

"Confermo - ha detto il direttore de 'La Repubblica' Ezio Mauro - che non abbiamo contatti con Daniele da domenica sera, era nella zona di Kandahar e ci aveva trasmesso un servizio pubblicato sul numero di lunedì. Sapevamo aveva un importante appuntamento per fare un nuovo servizio".

La Farnesina sta compiendo delle verifiche attraverso l'ambasciata italiana a Kabul. Ed il viceministro degli Esteri, Ugo Intini, apprende 'in presa diretta' alla Camera la notizia della scomparsa del giornalista italiano in Afghanistan. Intini conferma che ''Repubblica ha avvertito ieri sera l'unità di crisi della Farnesina che- assicura- farà tutto il possibile''. Per il momento, dice, ''non ci sono rivendicazioni né contatti''. Intanto, la situazione in Afghanistan si fa sempre più tesa. La Nato ha annunciato di voler lanciare, unitamente all’esercito locale, un duro attacco nella zona sud del Paese. La “grande offensiva” delle truppe Isaf , denominata operazione “Achille”, prevede il dispiegamento di 5.500 uomini e "sarà concentrata sul nord della provincia di Helmand, dove i taleban occupano in particolare da oltre un mese il capoluogo del distretto di Musa Qala", fa sapere il comando Isaf da Kabul.

"Si tratta - aggiunge la Nato - della più grande operazione congiunta fra l'Isaf e l'esercito afghano lanciata finora e marca il debutto di una prevista offensiva per ristabilire la sicurezza nel nord della provincia di Helmand". Inotre i talebani rivendicano il rapimento di un giornalista britannico e di due afghani nella provincia di Helmand nel sud del paese. La notizia è riportata dal sito della Bbc, dove viene specificato che il leader talebano mullah Dadullah ha detto che i tre erano entrati nella provincia senza permesso e sono ora detenuti in una base della guerriglia talebana. I tre sarebbero detenuti a Nad Ali nella provincia di Helmand, una delle aree dove si produce la maggiore quantità di oppio, e sono stati accusati - riporta ancora il sito dell'emittente britannica che cita un portavoce dei talebani - di essere entrati senza permesso per spiare. Sono stati sequestrati i loro telefoni satellitari, le telecamere e le loro auto. I tre sono stati interrogati, aggiungono le fonti della Bbc.

Il sito riporta anche il nome del britannico che sarebbe tenuto in ostaggio, John Nichol, specificando però che si sa poco di lui, dal momento che le autorità afghane, americane e britanniche sono in dubbio per chi possa lavorare- come riferito dal corrispondete da Kabul della Bbc.
Gli afghani in ostaggio invece sarebbero Ajmal e Syed Agha, entrambi traduttori che di solito lavorano con i giornalisti occidentali e che risultano scomparsi. L'emittente britannica, poi, esclude che il giornalista possa essere l'omonimo ex pilota della Raf catturato in Iraq nel 1991 che ora lavora come giornalista e risulta essere in Inghilterra.

Antonio Vanzillotta

antonio.vanzillotta@voceditalia.it

Nessun commento: