18.2.12

Siamo tutti Rossella Urru – Diffondete, importante

17 feb
 
 
 
 
 
 
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Abbandonata. Dimenticata. Da 117 giorni nelle mani di un gruppo armato che la tiene in ostaggio da qualche parte laggiù, nel sud-est dell’Algeria. E’ lì che Rossella Urru, 29 anni, cooperante italiana, è stata rapita da un commando la notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso. In quelle terre devastate da guerra e miseria, Rossella si occupava di rifornimenti alimentari per il campo profughi Saharawi di Rabuni traboccante di donne e bambini allo stremo.
Le ultime notizie che si hanno di Rossella risalgono a dicembre quando un gruppo dissidente dell’Aqmi (Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya ) ha rivendicato il rapimento. Da allora più nulla. Silenzio. I media e il mondo politico sembrano assolutamente disinteressati. Forse perché non fa audience, forse perché non porta voti.
Unica eccezione il Tg3 che ha inserito un banner che campeggia nella parte alta della sua homepage. “Lo terremo fino alla liberazione di Rossella Urru – scrive Silvio Giulietti della redazione Internet – vi invitiamo a segnalare all’indirizzo mail tg3net@rai.it tutte le iniziative di cui venite a conoscenza utilizzando come oggetto del messaggio la dicitura “Rossella libera”. Le pubblicheremo”
La storia di Rossella è quella dell’Italia migliore, dei tanti italiani che lasciano il nostro Paese e decidono di dedicarsi agli altri in ogni parte del mondo. Senza guadagnarci nulla: per amore, per passione nei confronti dell’altro e lontani da ogni clamore mediatico.
Con questo appello chiediamo ai media di dedicare spazio alla storia di Rossella, di renderla nota all’opinione pubblica. Chiediamo al governo e al mondo politico di attivarsi per la sua liberazione. E la stessa richiesta la rivolgiamo alla Rai, agli autori e ai conduttori di Sanremo 2012 affinché, anche dal palco del Festival, venga rilanciato un messaggio di attenzione e sostegno nei confronti di questa nostra concittadina: Rossella libera.
Altre info sul sequestro di Rossella sul sito di Articolo 21
M.M.

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