17.12.06

Tracce di quasi vita dallo spazio

Sarebbe stato un bombardamento di comete, avvenuto circa 3,8 miliardi di anni fa, a far scoccare la scintilla sul nostro pianeta. E i granelli della cometa Wild 2 contengono preziosi indizi



Undici mesi fa la missione della sonda Stardust ha riportato sulla Terra alcuni granelli di polvere rubati alla chioma della cometa Wild 2: pochi millesimi di millimetro che potrebbero racchiudere segreti enormi.
Per la prima volta analisi di laboratorio, condotte da ricercatori italiani di Napoli e Catania, confermano la presenza di tracce di ammine, molecole organiche alla base della vita. Un risultato pubblicato sull'ultimo numero di Science.

MATTONI
Si tratta, però, di studi preliminari. «Le ammine sono i mattoni per costruire le prime forme biotiche» sottolinea Alessandra Rotundi, professore di fisica dell'Università Partenope. «Ma solo con analisi successive sapremo se si tratta delle molecole che hanno dato origine alla vita sulla Terra».
Secondo una teoria, sarebbe stato proprio un bombardamento di comete avvenuto circa 3,8 miliardi di anni fa a far scoccare la scintilla della vita sul nostro pianeta.

CARBONIO
I granelli della cometa Wild 2 contengono preziosi indizi sulla genesi e sulla storia delle comete. Il carbonio rintracciato sulla polvere cometaria ha una forma molto primordiale: uno stadio antecedente a quello riscontrato, per esempio, nel carbonio dei meteoriti. I silicati, inoltre, sono stati ritrovati in forma cristallina. Osserva Rotundi: «Una delle ipotesi è che le comete, almeno in parte, abbiano subito un riscaldamento: soltanto il calore del Sole potrebbe giustificare la presenza di silicati di quella forma».

GIGANTESCO RACCHETTONE
I grani sono stati catturati nello spazio dalla sonda attraverso un gigantesco racchettone costruito con un materiale speciale, l'aerogel: vetro porosissimo, composto al 99,8 per cento di aria, che ha intrappolato la polvere in corsa a una velocità di 6 chilometri al secondo.
Quando la sonda è rientrata sulla Terra, i ricercatori del Johnson Space Center di Houston hanno prelevato sette di queste particelle di polvere cometaria e le hanno depositate in un contenitore speciale (con forellini di 300 millesimi di millimetro per ospitare i grani); poi le hanno inviate in Italia per le analisi.

ANALISI IN ITALIA
Tre le tecniche utilizzate: microspettroscopia a raggi infrarossi, miscrospettroscopia Raman e microscospia elettronica a scansione.
Oltre ai granelli della cometa, la sonda ha catturato anche polvere interstellare, ancora intrappolata nell'aerogel. Ed è la prima volta che succede.

CHI VUOLE COLLABORARE ALLA RICERCA?
Ma si tratta di campioni così piccoli che trovarli nell'aerogel è difficile; per abbreviare i tempi di ricerca è stata chiesta la collaborazione degli appassionati: collegandosi al sito Stardust@home è possibile accedere al Visual microscope: un microscopio online che consente di cercare i minuscoli grani dentro l'aerogel. A chi li troverà è stato promesso un regalo: sarà citato come coautore negli studi che annunceranno le scoperte sulle polveri interstellari.

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