4.1.07

LA STRAGE DI ERBA





Il momento è di quelli che possono segnare una svolta, nel bene o nel male. L'inchiesta sulla strage di Erba è a un bivio cruciale: da un lato la risoluzione del giallo e l'identificazione del (o dei) killer responsabili della terribile mattanza di via Diaz, dall'altro il rischio di ripartire nuovamente da zero.
Che si sia a una svolta, lo si comprende dalle continue riunioni in Procura, dal via vai di carabinieri al palazzo di giustizia, e soprattutto dalla richiesta dei Ris, il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri dal quale si attendono importanti risposte sul fronte di alcuni rilievi compiuti sul luogo del delitto, di una proroga sulla consegna dei risultati. Insomma: chiedono tempo, i Ris di Parma. Attesi per oggi al quinto piano del Tribunale cittadino, i carabinieri diretti dal colonnello Luciano Garofano proprio ieri hanno comunicato di aver bisogno di altri giorni, per analizzare le microscopiche gocce di sangue repertate sulla scena del crimine. Tracce ematiche che potrebbero contenere la firma dell'assassino, ma sulle quali è necessario procedere con grande cautela.
In attesa di conoscere l'esito della tipizzazione del Dna delle macchie di sangue repertate in prossimità dell'appartamento dove sono stati trucidati un bimbo, il piccolo Youssef, e due donne, Raffaella Castagna e sua madre Paola Galli (la quarta vittima, Valeria Cherubini, è stata uccisa sulle scale), proseguono gli accertamenti degli inquirenti sulle varie piste non ancora del tutto scartate, nonostante l'ipotesi principale punti verso un volto conosciuto in casa di Raffaella e Azouz. Ieri mattina il sostituto procuratore Massimo Astori, il magistrato che assieme ad Antonio Nalesso e Mariano Fadda è stato affiancato all'inchiesta sul quadruplice omicidio, è stato a lungo a colloquio con gli uomini della guardia di finanza che hanno in corso un'inchiesta sullo spaccio di cocaina nella zona dell'Erbese. Poco prima il comandante della stazione di Erba dei carabinieri, il luogotenente Luciano Gallorini, aveva incontrato gli inquirenti.
La svolta nel giallo, insomma, appare a portata. Ma, allo stesso tempo, la soluzione rischia anche di svanire. Da qui l'assoluto riserbo degli inquirenti e la richiesta di più tempo fatta dai Ris. Il tutto nella speranza che qualcosa si muova ugualmente. E che il killer (o gli assassini) venga, finalmente, chiuso in carcere.

Paolo Moretti


Nella foto: L'ingresso della casa dell'orrore a Erba, tuttora sotto sequestro (Mattia Vacca)
http://www.corrieredicomo.it/frm_articoli.cfm?ID=73853

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