26.2.08

Fratelli Pappalardi, «morti di fame e freddo»

gravina
I due fratellini Pappalardi hanno fatto «una fine orribile», probabilmente sono stati gettati vivi all'interno del pozzo e lì, chissà dopo quanto tempo, sono morti. A sostenerlo è stato il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Mazzano, lasciando il luogo del ritrovamento di due cadaveri, ormai con «ragionevole certezza» attribuiti a Francesco e Salvatore Pappalardi. L’ipotesi che trapela da fonti vicine alle indagini è che siano morti di freddo e fame, quindi non subito dopo la caduta, «a prescindere dal fatto che siano precipitati o siano stati scaraventati da qualcuno nella cisterna».

Ciccio e Tore, 13 e 11 anni, erano scomparsi da Gravina in Puglia il 5 giugno del 2006. Sono stati ritrovati in un pozzo profondo 25 metri, collegato ad una cisterna, nel cortile di un vecchio complesso disabitato, a due passi dal centro storico del paese. Per una coincidenza. Un altro bambino, di undici anni, ieri è precipitato in fondo a quel cunicolo, mentre giocava con gli amici. Sono state le lunghe operazioni di salvataggio, che hanno consentito di estrarlo dal pozzo, a svelare la presenza di due corpi inermi. Il ragazzo, che ha riportato fratture ad entrambe le gambe, è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

Il ritrovamento dei due piccoli corpi senza vita ha fatto immediatamente pensare ai fratellini scomparsi. La stessa madre dei bambini, Rosa Carlucci, ha appreso le prime confuse notizie dalla televisione. Intanto «già da domani si darà il via ai primi esami scientifici», ha annunciato il dottor Romano, uno dei medici dell'equipe di medicina legale del Policlinico di Bari che ha partecipato nel pomeriggio ai rilievi nel corso della rimozione delle salme di Francesco e Salvatore Pappalardi. Gli esperti della Polizia scientifica, entrati da un'apertura praticata sotto il livello stradale, hanno compiuto i rilievi fotografici e l'acquisizione di elementi tecnici utili alle indagini.

Sono stati centinaia in questi due anni i sopralluoghi, le ispezioni di pozzi e anfratti, in un territorio carsico come quello della Murgia barese. Ma i due fratellini sembravano scomparsi nel nulla, senza lasciare una traccia: l'ultima certa è il filmato di una telecamera di sicurezza nel centro storico di Gravina, la sera del 5 giugno 2006. Da allora solo una falsa pista, quella romena. Nel luglio 2006 gli inquirenti si recarono a Bucarest, dove si sospettava che un’amica di Rosa Carlucci avesse portato i bambini per allontanarli dalla Puglia e dal padre. Invece nessuna traccia.

Il casolare abbandonato era stato controllato nei giorni successivi alla scomparsa dei due fratellini, ha precisato il questore di Bari Vincenzo Maria Speranza, sottolineando che su un muro della costruzione in abbandono la verifica era stata segnalata con una vernice speciale. Il questore, tra i primi ieri sera a dirsi convinto che i corpi fossero quelli dei fratellini, ha tenuto a precisare questa mattina che l'impianto accusatorio che ha portato all'arresto del padre dei due ragazzi, Filippo Pappalardi, in carcere dal 27 novembre, resta in piedi. L’uomo sei mesi prima, nel maggio 2007, era stato ascoltato in Procura e ne era uscito da indagato.

Il ritrovamento dei corpi dei due fratelli non permette di fare luce, per il momento, sulle cause della loro morte. Gli inquirenti, infatti, non hanno escluso che si possa essere trattato di un incidente nè tantomeno hanno scartato alcuna ipotesi di reato.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciubby, saranno stati pure "centinaia" i sopralluoghi, ma sono stati fatti alla cazzodicane, e soprattutto la direzione delle indagini "lascia molto a desiderare", per non dire altro...

dr.geiger

martinf58 ha detto...

comment pouvez vous affirmer que les
enfants ont été jetés dans le puits ?
vous n'avez aucune preuve.