Il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, che stamane è stato a Reggio Calabria e a Messina ha detto: «Ho visto i quattro corpi delle vittime all’obitorio ed è stata una scena impressionante. D’altronde, avendo visto poco prima gli effetti della collisione sull'aliscafo, si capisce cosa è avvenuto ieri sera. In questo momento non c'è che da esprimere cordoglio e solidarietà ma anche apprezzamento per il lavoro dei soccorritori che ha evitato che il bilancio diventasse più pesante». «In giornata – ha aggiunto – faremo una riunione tecnica per capire cosa è successo e soprattutto che cosa ha impedito a queste due navi di vedersi a distanza».
E le inchieste delle Procure di Reggio Calabria e Messina che per ora lavorano insieme, del ministero e delle FS devono accertare anche qual è la terza nave coinvolta che potrebbe avere avuto un ruolo nell’incidente. L’ammiraglio Luciano Dassatti, comandante generale delle Capitanerie di Porto, ha detto: «Nella zona dello Stretto di Messina teatro della collisione c'era una terza nave».


Attraverso il Vessel traffic service (Vts), un sistema di controllo satellitare in grado di monitorare la navigazione nello Stretto di Messina, che si trova sulla collina sopra il porto di Messina, i tecnici cercheranno di stabilire le cause e le eventuali responsabilità dell’incidente.
Il comandante della Capitaneria di Porto di Messina, Antonino Samiani, dice: «La nave portacontainer navigava sulla rotta Nord-Sud, diretta verso Israele, ed aveva l’obbligo di mantenere la destra, mentre l’aliscafo, partito da Reggio Calabria, doveva tenersi sulla sinistra. In queste condizioni il diritto di precedenza spetta alla nave, anche se al momento dell’impatto nella zona incrociava un altro traghetto delle Ferrovie, proveniente dall’approdo messinese di Tremestieri. Solo l’analisi combinata delle rotte delle tre imbarcazioni potrà dare una risposta certa sulle responsabilità».
16/1/2007
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