10.12.07

«Io ho gettato in mare il cadavere di Denise»

La piccola Pipitone il 1° settembre 2004, a soli 4 anni, scomparve da Mazara del Vallo. L'ex marito della sorella del padre naturale della bambina – pregiudicato ed in carcere per l'omicidio di una ragazza italo-belga – si è autoaccusato della sparizione dei resti della piccola, che sarebbe morta per una dose di calmanti
la mamma di Denise Pipitone PALERMO - Probabile svolta nel giallo di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara del Vallo il 1° settembre 2004. La Procura di Marsala (Trapani) che indaga sulla scomparsa della piccola avrebbe iscritto nel registro degli indagati Rosalba Pulizzi, sorella del padre naturale della piccola, per concorso in omicidio e sequestro di persona. La donna viene accusata dall’ex marito, Giuseppe D'Assaro, l’assassino di Sabine Maccarrone, l’italo-belga uccisa nell’aprile scorso a Mazara.
D'Assaro, dopo l’arresto, disse di avere alcune informazioni sulla sparizione. In particolare, l’uomo avrebbe raccontato agli investigatori che la bimba quel giorno sarebbe stata portata a casa della cognata. Qui avrebbe avuto un malore e le sarebbero stati somministrati dei tranquillanti che ne avrebbero provocato la morte. A questo punto il corpicino di Denise sarebbe stato trasportato fino a Palermo dentro un borsone e poi gettato in mare al largo. E oggi, mentre Rosalba Pulizzi viene ascolta dai Pm di Marsala, perquisizioni sono in corso tra Palermo e Trapani.

È un mercoledì, quando a Mazara del Vallo (Trapani) sparisce nel nulla, mentre gioca davanti casa, in via Domenico La Bruna, Denise Pipitone, 4 anni. È quasi mezzogiorno e in città c'è il mercato rionale. La piccola è affidata alla nonna materna, ma bastano pochi minuti di distrazione perché il dramma si consumi: la signora entra in casa e quando esce di Denise non c'è traccia. Immediata la denuncia ai Carabinieri e le ricerche.

La pista privilegiata è quella di una vendetta privata, maturata nell’ambito familiare, fatto di contrasti e gelosie tra la nuova e la vecchia famiglia del padre di Denise.
Per tutto il mese Mazara del Vallo è passata al setaccio. Polizia, Carabinieri, reparti speciali e unità cinofile, percorrono strade, fiumi, grotte, pozzi, anfratti. Di Denise , però, non c'è traccia. Alla pista privata se ne affiancano altre, come l’ipotesi legata a riti occulti o traffici di organi. Tutta l’Italia si mobilita per il piccolo angelo di 4 anni: le segnalazioni si moltiplicano.
Ognuna viene vagliata, analizzata, studiata. perché anche il più piccolo particolare può rivelarsi utile, fondamentale. Piera Maggio, intanto, la mamma di Denise non si arrende. L’importante è fare rumore. E così ad uno ad uno i giornali, le emittenti tv, i convegni e le piazze parlano di lei: della bimba castana dai grandi occhi scuri con una cicatrice appena sotto l’occhio.
Nell’ottobre del 2005 le indagini sembrano imboccare la pista giusta. Una speranza arriva da un filmino girato con un videotelefono da una guardia giurata davanti una banca di Milano. Nei pochi fotogrammi una bambina, Danas, in compagnia di una donna rom. Quelle immagini fanno il giro dell’Italia, rimbalzano da una tv all’altra.
Mamma Piera giura: «È lei Denise». Gli investigatori, però, sono cauti. Le segnalazioni si susseguono: la bimba è vista a Cremona, a Verona, a Bologna. Ma gli accertamenti danno ogni volta esito negativo: quelle bambine non sono Denise Pipitone.

È il maggio del 2005 quando la pista della vendetta familiare trova nuova impulso. Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, all’epoca dei fatti 17enne, viene iscritta nel registro degli indagati. Per gli investigatori avrebbe un ruolo nel sequestro della bambina. A tradirla sarebbe stata una frase, pronunciata in dialetto, mentre aspettava di essere sentita in Questura pochi giorni dopo la scomparsa di Denise e registrata da alcune cimici. «Io a casa ci 'a purtai», dice Jessica alla madre che la interroga su dove fosse stata quel maledetto 1° settembre.
Il racconto di Jessica non convince gli investigatori, soprattutto perché il tabulato telefonico smentisce le dichiarazioni di Jessica. L’allora 17enne nelle ore in cui Denise spariva nel nulla si trovava proprio nella stessa zona del sequestro. A confermarlo ci sarebbero i segnali lasciati dal suo cellulare. Per gli investigatori nella vicenda della scomparsa di Denise si possono individuare due fasi: una prima che ha visto un coinvolgimento di Jessica Pulizzi e una seconda in cui la piccola potrebbe essere stata affidata a dei nomadi, che magari la sorellastra di Denise conosceva.
Tra le ultime segnalazioni, che alimentano la speranza di mamma Piera, quella secondo la quale la piccola Denise sarebbe stata vista in un’auto a Latina durante un giorno di mercato in compagnia di tre persone, probabilmente rom. Ma si tratta ancora una volta di ipotesi.
Lo scorso 1° settembre nell’anniversario della scomparsa il procuratore Sciuto dice: «Adesso conosciamo i complici». Una speranza che nel giorno del settimo compleanno di Denise l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, conferma: «Le indagini sono ad una svolta,
tra qualche settimana conosceremo finalmente la verità su questa
storia».fonte la gazzetta del mezzogiorno

Technorati technorati tags: , , ,

Nessun commento: